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La chiave di lettura occidentale ha sempre capovolto la questione innalzando il vessillo della libertà ad ovest e lasciando ad est il primato del grigiore e dell’oppressione ma è probabile che la gente scavalcasse e costruisse muri per raggiungere o difendere il benessere; non necessariamente la libertà. Anche la municipalità della riunificata Berlino si è oggi trasferita da ovest ad est; si trova ora nella Rotes Rathaus (il palazzo rosso) a poca distanza dall’isola dei musei e dalla Cattedrale. Molti turisti in fila per salire sulla torre della tv (il Fernsehturm) non sanno che quella verticale fu eretta ad est, vent’anni prima della caduta del muro.
Per dirla tutta, alla caduta del muro, non erano poi molti quelli che da est potevano permettersi di tuffarsi ad ovest; piuttosto, nelle settimane a seguire, si poteva assistere al flusso ininterrotto di faccendieri che da ovest, con mazzette di banconote verdi in tasca, si riversavano ad est a siglare compravendite immobiliari in quella porzione della città che sembrava inconsapevole di svendere tutto sottocosto. Una colossale corsa ai saldi di fine stagione. La Berlino più bella e preziosa letteralmente presa d’assalto dalle transazioni in valuta occidentale. Sinanche i rigattieri (antiquari a loro insaputa) per cento dollari erano capaci di dar via oggetti d’arte e tele che reimmessi nei circuiti occidentali sarebbero poi istantaneamente stati riapprezzati per decine di volte il prezzo d’acquisto. Tutto ciò avveniva mentre le immagini dei telegiornali si soffermavano sui ragazzotti che prendevano a picconate il muro: scene più facili da cogliere, di grande impatto emotivo, ma piuttosto distanti dal resoconto oggettivo di quel che stava accadendo davvero. La spianata di Potsdamer Platz fu per anni il più grande cantiere di "lavori in corso" di tutta Europa.
Dalla Porta di Brandeburgo alla Cattedrale
Un po’ per consuetudine e un po’ perchè è il punto ideale da dove cominciare, la Porta
di Brandeburgo è quasi inevitabilmente il primo "stop and go" del circuito turistico berlinese. Quando la si vede per la prima volta, può essere che suoni meno imponente di quello che ci si attende. Non le giova avere contigui, su entrambi i lati, due edifici tutto sommato anonimi; ai grandi portali si dovrebbe sempre concedere
di erigersi austeri e solitari. E’ di qui, sotto la quadriga in Pariser Platz, che parte la lunga ed elegante teoria della Unter Den Linden che arriva
quasi con una perfetta orizzontale ovest-est lunga 1400 metri, sino al primo ponte sullo Spree. Si viene così consegnati all’Isola dei Musei
ed è impossibile non far caso alla scura ed imponente sagoma della Cattedrale di Berlino (Berliner Dom).
Di tutte le viste panoramiche a 360 gradi questa del cupolone del Duomo è per molti fotografi la più adeguata. Alta ma non troppo, senza
vetri a dar fastidio, comodissima (una volta smaltite le tossine della salita a piedi, si intende) a ridosso di tutte le cose più belle. Ed è pure economica.
Imperdibile. Tornati giù, continuando in direzione est, il secondo ponte restituisce alla "terra ferma"; lasciata la Museumsinsel ci si
trova nel Mitte e non si mancherà di notare la bella Marien-Kirche, inevitabilmente sovrastata dalla notevole verticale della Torre Tv (Fernsehturm). Di li alla Alexanderplatz sono due passi, ma nonostante la fama che la precede, la piazza in sè risulta più vivace che bella.
L’isola dei Musei, la Museumsinsel
Più a sud, di 1800 kilometri, in Turchia, c’è l’Acropoli di Pergamon; sta in cima ad una collina
poco distante dall’odierna Bargama, una piccola città non lontano dal Mar Egeo. E’ di qui che son venuti via sul finire dell’800 le sculture
e le decorazioni del fu magnifico Altare di Zeus ricostruito al Pergamon Museum
in un contesto piuttosto estraneo ed artefatto. Si tratta di uno dei must più sopravvalutati del decalogo turistico berlinese.
L’ambiente è vasto ma non suggestivo: l’idea di edificare ex novo ciò che è andato perduto così da inserirvi gli elementi originali
lascia il tempo che trova. L’idea poi di ripristinare parte delle sculture di fronte e non intorno all’altare è un vero e proprio artifizio
da geometri freschi di diploma. Un falso storico bell’e buono. Ma non tutti la pensano allo stesso modo.
Anche peggio il tempio Ishtar, siamo addirittura nell’Antica Babilonia; rimesso assieme così alle strette, suona addirittura pacchiano.
Il viale che conduce alla fu gloriosa porta è addirittura fuori asse rispetto a quest’ultima.
Non si poteva fare altrimenti, parrebbe... Peraltro, i luoghi di origine non hanno saputo nè conservare nè trattenere questi capolavori
che trasferiti e copia/incollati a queste latitudini - e perdipiù al chiuso - hanno perduto inevitabilmente il fascino delle cose millenarie.
Ancor più apprezzato del Pergamon, il Neues Museum deve molto del suo indice di gradimento al busto di Nefertiti, emblematica e affascinante Regina d’Egitto.
Inquietante quanto basta per caricarla di dissapori e polemiche; dissapori tra la Germania e l’Egitto che la vorrebbe restituita e polemiche
a non finire per una presunta teoria secondo la quale il reperto altro non sarebbe che un falso, fatto realizzare nel 1912 proprio dall’archeologo
Ludwid Borchardt cui è accreditata la scoperta della tomba. Nell’estremità nord della piccola isola che divide il corso del fiume, lo splendido
edificio del Bode Museum, uno degli scorci più fotografati della Berlino. Nelle sale del Bode, Arte Bizantina e Rinascimentale, una raccolta numismatica di prim’ordine e alcune sculture che da sole valgono la visita; su tutte, la Danzatrice coi cembali, del Canova. Non meno importanti l’Alte Nationalgalerie (basti nominare: Renoir, Cezanne, Manet, Rodin, Monet) e l’Altes Museum con sculture e manufatti d’arte Greca e Romana. Perdipiù, all’Altes sta per essere riaperta al pubblico una importante collezione di arte Etrusca.
A piedi da Alexanderplatz alla Porta di Brandeburgo
In poco più di cinque kilometri a piedi si può percorrere a piedi una buona porzione del Mitte (il Centro), partendo dall’orologio di Alexander Platz e arrivando alla Porta di Brandeburgo con un’ampia traiettoria che dalla Unter del Linden passando da Gendarmenmarkt scende sino al Checkpoint Chiarlie per poi continuare in direzione Potsdamer Platz (Sony Center) e risalire la Ebertstrasse sino a Piazza 18 Marzo (Porta di Brandeburgo) e al Reichstag che le sta poco distante.
Una cena ai tempi di Honecker
Le situazioni per cenare nella capitale sono le più varie: dal luxury diner di Margaux all’Indocina che non ti aspetti, di Monsieur Vuong.
I passatisti apprezzeranno invece l’atmosfera Ddr di Zur Letzten Instanz ma attenzione: non sono pochi e per far si che non vada buca, è necessario prenotare con largo anticipo.
Ich bin ein Berliner
Vedere Berlino con un occhio consapevole e diisincantato è ancora meglio. Distinguere qualche aspetto discutibile dalle moltissime cose belle rende ancor più belle quest’ultime. Sapere cosa c’è dietro e cosa c’è stato prima dovrebbe risvegliare una punta d’orgoglio anche nel turista più superficiale.
Arrivare (o partire) dall’aeroporto di Tegel
Il JetExpressBus TXL collega l’aeroporto di Tegel a Prenzlauer Berg in 40 minuti. Si ferma anche a Hauptbahnhof (20 min), Unter den Linden (30 min) e Alexander Platz (35 min). Il JetExpressBus TXL richiede un ticket per le zone "AB".
Arrivare (o partire) dall’aeroporto di Schoenefeld
Per l’aeroporto di Schoenefeld invece, l’opzione migliore è quella del treno regionale (indifferentemente RE7 o RB14), più veloce anche se meno frequente degli SBahn (S9 o S45). L’RB7 richiede un ticket per le zone "ABC" e transita ogni mezz’ora. Dalla stazione dello Zoo all’aeroporto di Schoenefeld occorrono circa 35 minuti. Dall’Hauptbahnhof o dalla Friedrichstrasse basta mezz’ora mentre da Alexanderplatz possono anche essere sufficienti 25 minuti.
Meteo
Per il meteo di Berlino consultare le pagine del Wetter24: http://www.wetter24.de/wetter/berlin/49X10168.html