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Il regno della Nubia.
Il nord dell’attuale Sudan era conosciuto nell’antichità come regno della Nubia che si collocava a cavallo fra Sudan ed Egitto; la sua civiltà si sviluppò tra la prima cateratta e la sesta cateratta del corso del Nilo. I regni seguenti furono influenzati, e a loro volta influenzarono, il vicino Egitto faraonico.
I confini tra gli antichi regni egiziani e sudanesi cambiarono continuamente, e buona parte di quello che ora è il Sudan del Nord era indistinguibile dall’alto Egitto. La Nubia arrivava fino ad Assuan.
Gli antichi romani visitarono il Fezzan (Libia), e Nerone fece esplorare il corso del Nilo ma non fino al Sudan. Gli esploratori arabi invece vistarono il Sudan, ed è attraverso le ricerche di Leone Africano, che visitò l’area del Bornu, che ci sono arrivate le testimonianze di el Bekri, Edrisi e Ibn Battuta.
Fu una civiltà che fece anche da collegamento fra le popolazioni del Mediterraneo e quello dell’Africa nera.
Piramidi di el Kurru. Le prime piramidi nubiane sono state costruite a el Kurru, 13 km a sud del tempio di Ammone al Jebel Barkal. Il sito di el Kurru contiene le tombe di Kashta e di suo figlio Piye, dei successori Shabaka, Shabatko e Tanutamun e di 14 principesse. Taharqa (c.690-664 aC) invece costruì la sua piramide nel nuovo sito di Nuri, ma poi il suo successore Tanutamun (c.664-656 a.C.) ritornò a el Kurru.
Piramidi di Nuri. Si trovano nell’altro lato del fiume rispetto al Jebel Barkal. Nuri contiene le tombe di 21 re e fra 52 fra regine e principi. Taharqa è stato il primo re a costruire la sua tomba a Nuri e la sua piramide è sempre stata la più alta. Le piramidi di Nuri sono più larghe di quelle precedenti ad el Kurru e sono alte dai 20 ai 30 metri. Dopo il 308 a.C, fu Meroe, più a sud, fra la quinta e la sesta cateratta, a diventare il nuovo cimitero reale.
Piramidi di Meroe. Meroe fu cimitero reale per 600 anni. Per i materiali usati e la tecnica di costruzione le piramidi si sono preservate fino ad oggi. Tutte le tombe di Meroe sono state saccheggiate, soprattutto dal cacciatore di tesori Giuseppe Ferlini che nel 1834 mandò in frantumi le cime di 40 piramidi, trovo solo un nascondiglio di oggetti d’oro oggi esposti a Berlino e Monaco.
Il Kush è una regione tra l’Egitto e il Sudan moderni dove si svilupparono importanti civiltà e culture grazie al Nilo che contribuì anche alla formazione di altri centri di civilizzazione come Kerma, Napata e Meroë. Per lunghi periodi il Kush fu influenzato e legato alla civiltà dell’antico Egitto con un alternanza di momenti di dominazione egizia e momenti di autonomia politica.
Kerma: si forma intorno al 2600 a.C. ed è il primo stato del Kush di cui si abbia traccia. Durante la XII dinastia l’Egitto riprende ad espandersi verso sud e arriva fino alla terza cateratta del Nilo vicino a Kerma che è un grande centro commerciale. Intorno al 1800 a.C. terminano i contatti tra Egitto e Nubia ma il regno di Kerma sembra continuare fino al 1500 a.C. quando l’Egitto durante la potente XVIII dinastia riprende l’espansione verso sud per colonizzarlo. Thutmose III arriva fino alla quarta cateratta, a sud di Kerma, e costruisce una rete di fortezze per controllare la zona e approvvigionare l’impero. In questo periodo il governatore egizio della Nubia riveste il titolo di Figlio del re di Kush.
Napata. In Nubia nasce un nuovo centro di potere a Napata quando nell’ XI secolo a.C. entra in crisi il regno egizio e finisce l’era coloniale. Napata nel 950 a.C. diventa rifugio dei sacerdoti di Amon scacciati da Tebe dai sovrani libici, arrivano a Napata e danno alla vita e alla religione un’impronta fortemente egiziana.
Intorno al 750 a.C. Piankhi, fondatore della XXV dinastia egizia, parte da Napata per conquistare e unificare l’Egitto. I suoi successori continuano l’impresa ma nel 671 a.C. gli Assiri invadono la valle del Nilo e i sovrani di Napata si ritirano in Nubia.
Nel 591 a.C. l’esercito egizio di Psammetico II, per prevenire un’analoga azione nubiana, invade e conquista Napata che inizia a perdere importanza nei confronti di Meroë.
Meroë.
Diventa capitale dopo che l’egizio Psammetico II sconfigge Aspelta a Napata. Il regno di Meroe prospera per molti secoli: la nuova posizione facilita la lavorazione del ferro perché c’è più combustibile che a Napata, e anche il commercio attraverso il Nilo coi mercanti greci che si trovano sulle rive del Mar Rosso. Intorno al 300 a.C. i sovrani iniziano a farsi seppellire a Meroe.
Nel 23 a.C.il governatore romano dell’Egitto, Gaio Petronio, risponde ad un attacco della Nubia nel sud dell’Egitto, distrugge la parte settentrionale del regno di Meroë e saccheggia Napata.
Oggi nei dintorni di Meroe ci sono più di 200 piramidi suddivise in tre gruppi, e sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità nel 2003.
Soleb
è un sito archeologico sulla riva sinistra del Nilo fra la II e la III cateratta scoperto nel 1963 dall’egittologa italiana Michela Giorgini. Il tempio di Ammone, costruito per il giubileo di Amenhotep III, è opera dello stesso architetto di del tempio di Luxor. Costruito con materiali troppo friabili si è rapidamente sgretolato, statue e sepolture sono state riutilizzate in altri siti, come nel Gebel Barkal dove sono stati trovati due leoni in granito rosso oggi conservati al British Museum.
Il tempio di Soleb testimonia la grandezza dell’arte egiziana sotto la XVIII dinastia e le scene murali ne mostrano anche l’ideologia di conquista: il re è il guardiano dell’ordine di fronte al caos dei paesi stranieri.
Naga: grande sito a pochi kilometri a sud di Musawwarat. Gli scavi sono molto recenti e gli edifici meglio conservati sono il tempio del Leone e il tempio di Ammone costruiti dal re Natakamani e dalla regina Amanitore all’inizio dell’era cristiana. Le rappresentazioni del re e della regina nelle colonne del tempio del Leone mostrano che avevano lo stesso status. Uno dei più importanti esempi di architettura kushita è il chiosco di Naga con i suoi elementi greci e romani.
Musawwarat es Sufra. Importante centro di culto che risale al IV secolo a.C.; il complesso di Musawwarat è stato costruito all’interno di un grande recinto con molte rappresentazioni di elefanti per cui si pensa che ci fosse un culto particolare; vicino c’è il tempio di Apedemak interamente ricostruito da una missione archeologica tedesca intorno al 1970.
Jebel Barkal: piccola montagna della Nubia, su un’ampia ansa del Nilo 400 km a nord di Khartoum. Nel 1450 a.C. il faraone Thutmose III estende fin qui il confine meridionale del suo impero e ci fonda la città di Napata che, 300 anni dopo, diventa la capitale del regno indipendente di Kush. In seguito il re nubiano Piye ingrandirà il tempio di Ammone e vi erigerà la sua stele della vittoria. Le rovine intorno a Jebel (o Gebel) Barkal comprendono almeno 13 templi e 3 palazzi, descritti dagli esploratori europei intorno al 1820, ma solo nel 1916 iniziano gli scavi archeologici dell’americano George Reisner. Dal 1970 gli scavi sono continuati da Sergio Donadoni della Sapienza di Roma assistito dal 1890 da un team del Museo di Boston. I templi maggiori, come quello di Ammone, sono ancora oggi considerati sacri dalle popolazioni locali e per questo motivo, la montagna, insieme alla città di Napata e altri siti antichi sono considerati Patrimonio dell’Umanità. Il Jebel Barkal è alto 98 metri, ha una cima piatta e fu usato come riferimento dai commercianti dell’importante via fra centro Africa, Arabia ed Egitto come indicatore del punto dove si poteva attraversare facilmente il Nilo.
Sesibi: la città più meridionale di un gruppo di centri del Nuovo Regno. I templi di Sesibi sono stati costruiti da Amenophis IV (Akhenaten) . La città è un rettangolo cintato di 6 ettari, dedicato ai templi e ai magazzini. A est della città è stato trovato un ampio cimitero che è ancora in fase di scavo e di studio.