Nel 1200 gli abitanti dell'oasi di
Siwa abbandonarono la città di
Aghurmi perché continuamente attaccata dai predoni e costruirono la città fortificata e inaccessibile di
Shali ai piedi del Jebel (monte) al-Gharbiyin.
Quattro delle oasi del deserto occidentale (Baharia, Farafra, Dakhla, Kharga) hanno molto in comune: tutti gli abitanti parlano arabo e lo stile di vita è simile a quello degli abitanti che vivono nei villaggi sul Nilo. Ma Siwa è diversa. Non solo perché è sotto il livello del mare, ma il suo aspetto complessivo, l'architettura delle case, gli abitanti, il loro linguaggio e lo stile di vita sono differenti e non hanno nulla in comune con quello della valle del Nilo. L'oasi di Siwa è sicuramente la più interessante delle oasi del deserto egiziano, non solo per il suo posto nella storia, ma per la sua unicità grazie all'isolamento geografico in cui si trova.
© Maurizio Levi -
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